Giorni strani

Pare che siano giorni strani questi. Lo dicono i miei umani. Guardano dalla finestra, scuotono la testa e ripetono: che giorni strani. Pare sia per via di un virus. Ho ascoltato bene. I cani in questo sono fantastici, ad ascoltare intendo. È per via del fatto che non possiamo parlare. Non possiamo interrompere continuamente i discorsi altrui con considerazioni, inutili per lo più, va detto, e quindi ascoltiamo, tutto, da cima a fondo. Dovrebbe esserci un detto: ascoltare come un cane. Renderebbe l’idea. Quindi, come dicevo, ho ascoltato bene e sono sicuro: è un virus. Un virus che impedisce di uscire. Siamo prigionieri di un virus. Si può solo guardare dalla finestra. Forse questo virus l’avevo preso anch’io, allora, perché anch’io non potevo uscire prima, prima di incontrare i miei umani intendo. Stavo in un posto, in un piccolo recinto, con la mia cuccia, e il fuori potevo solo guardarlo dalle sbarre del recinto. Sì, sarà stato un virus, anche quella volta, perché se no non si spiega. Infatti mi ricordo che qualche volta , mentre stavo lì, sentivo dire: certa gente andrebbe curata, sono malati nel cervello…, doveva essere proprio un virus, allora. Uno un po’ diverso da questo, magari, che quando ti prende ti fa fare cose…cose come abbandonarmi in mezzo a un corso pieno di macchine, chiudere lo sportello dell’auto e via. Ecco magari è andata così, ora me lo spiego. Fortuna che come sapete di base sono terrier, quindi non mi sono mai perso d’animo, e ora sono qui. Qui con i miei umani e li sto tirando su proprio bene.

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