No more cagnari, please!

Oggi parliamo di un umano di un tipo particolare, dai più conosciuto, con il nome di: cagnaro. Non infrequentemente le forze dell’ordine lo conoscono con altri nomi, ma noi per comodità qui ci limiteremo alla vulgata popolare, così ci capiamo tutti. Chi mi segue sa che io sono un meticcio 100% di canile, crocevia di razze “importanti che non gli sono valse a nulla”, come dice un mio amico; a proposito: ciao Giorgio e ancora grazie, tu sai perché (e tra non molto lo saprete anche voi). Potreste quindi essere tentati di pensare che io gli allevamenti di me li veda come il fumo negli occhi. Ecco, no, proprio no. Non ci siamo capiti. Le lotte di classe, no. Io ho un sacco di amici con quei bei nomi altisonanti, tipo: Vercingetorice Viendalmareconscappellamentoasinistramaconclasse, sono tipi a posto. Certo, non puoi metterti a parlare con loro di come fare una cuccia con un vecchio copertone che lì, proprio non c’è storia, ma per il resto sono ok. Uno mi ha insegnato pure un paio di parole in tedesco che ora che mi capita a tiro Valki, la dobermann del terzo piano, faccio un figurone e magari ci scappa pure qualcosa. Soprattutto tutti loro mi hanno raccontato di come sono questi posti, gli allevamenti di me, intendo. Avete presente le SPA? Uguale. Sveglia alla mattina, salutino a mamma. Poi moto: sgambatine, corsette nell’erba fresca, massaggino (ho saputo che sui massaggi c’è tutto una teoria, che pare che creino un rapporto empatico col nostro umano…e comunque sono una gran figata, che non so voi, ma io ci starei ore a pancia all’aria a farmi massaggiare). Dopo la sgambatina la colazione; cibo buono, molto buono. Un po’ di scuola, che la cultura serve nella vita. Poi riposino, tutti insieme coi fratellini, per socializzare. E poi tutti i controlli del caso e i vaccini e le visite dai veterinari per essere sicuri che vada tutto bene; insomma trattati come dei principini. Ma non basta. Mi dicono che questi umani, gli allevatori, i migliori, quelli seri per intenderci, siano anche delle belle teste: studiano. Studiano noi, la nostra storia, la nostra fisiologia, l’etologia, fanno convegni e seminari e corsi ai quattro angoli del mondo per saperne sempre di più e aiutarci anche a sconfiggere alcuni mali che purtroppo ci affliggono, soprattutto alcuni di noi, rendendo le nostre vite complicate invece che gioiose e piene come dovrebbe essere. Quindi, io lo so bene che se da oggi, per qualche misterioso motivo non nascesse più neppure un me, nei rifugi, nei canili, per le strade, di me ce ne sarebbero ancora per un decennio. Ma il punto non è questo, o almeno questo è un punto di vista partigiano e invece noi quattro zampe lo sappiamo che solo tutti insieme si possono fare cose ben fatte. Noi sappiamo cosa vuol dire branco e con un po’ di buona volontà (da parte vostra) e di pazienza (da parte nostra) ve lo insegneremo. I me delle banlieue e i blasonati dei quartier alti tutti uniti nel: dagli al cagnaro! Lui è il nemico! Ah, già, cavolo! Dovevo parlarvi di questo brutto ceffo e mi sono fatto trasportare…ok si è fatto tardi, la dobermann mi aspetta. Ve ne parlo domani.

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