Cerbero: l’importanza di incontrare le persone giuste

Nella nostra galleria dei famosi c’è pure chi ha avuto solo la fortuna di farsi gli amici giusti. Ad esempio Cerbero. Tutti sapete di chi parlo, no? Il portinaio dei Satanassi, perché quello è; poi però come vi dicevo ha incontrato le persone giuste, un po’ come Balotelli che è inciampato in Raiola. Immaginatevi la scena: si stanno per alzare le nebbie dei tempi mitologici e c’è un gran da fare a lucidare le coppe per l’ambrosia, sprimacciare i triclini e distribuire i posti. “Cerberino bello (che all’epoca era un cuccioletto, va detto per onestà intellettuale), che ti facciamo fare a te? Tanto sveglio non sembri, se ti metto a vigilare gli armenti di Elio finisce che quest’anno il latte lo compriamo alla centrale, anche come cane da compagnia sei un bell’impegno, che solo per accarezzarti tutte le teste ti va via la giornata. Facciamo così, stai qui all’ingresso, non muoverti, non fare danni e intanto penso qualcosa”. E’ andata così. L’hanno piazzato all’ingresso del piano basso, al portone in pratica e poi…se lo sono dimenticato. Capite bene che una cosa così un po’ il carattere te lo guasta. Poi era pure nero e persino le animacce di chi t’è murt, passando se lo additavano: “bleah…guarda che cagnaccio brutto brutto!” Mai una carezza, un complimento, manco un: scusi posso entrare! Dai, vorrei vedere voi al suo posto! Poi un giorno arriva questo tizio: bello, muscoloso, ricciuto che tutto garbato gli fa: “scusi cerco il sig. Cerbero”. Mai gli era capitata una tale deferenza, una voce cosi dolce e al tempo rispettosa nel pronunciare il suo nome. Già al “scusi” il tipo lo aveva conquistato. “Sono io, cosa desidera?” – “Abbia pazienza, sono Ercole, magari avrà sentito parlare di me, mio padre abita qui, nell’attico. Ho combinato un mezzo casino e quello m’ha attaccato un pippone che ora se non faccio ‘ste 12 cose che si è inventato mi tocca sentirlo fino all’apocalisse. E mi scuso con lei fin da ora, ma per l’ultima si tratterebbe di fare un capatina, insieme, io e lei a Micene, andata e ritorno…una cosa veloce, non si preoccupi”. Capirete che a Cerbero non gli parve vero di mollare per un po’ la portineria e quindi si affrettò a dirsi disponibile. “Grazie, lei non sa che favore mi fa, anzi se non è di troppo disturbo potrebbe arruffarsi un po’ il pelo, sì? E magari se potesse fare lo sguardo truce, un po’ di fiamme dalla bocca sarebbero perfette. Ma sa che lei farebbe carriera a teatro…è un talento naturale, creda a me”. E così conciato Cerbero si avviò verso Micene dove, visto che non era allenato, giunse senza fiato e pure più arruffato di come era partito, e tutti si credettero che il giovane aitante Ercole avesse vinto, soffocandolo alla gola, il cane mostruoso. Un successo per entrambi. Ne parlarono per i secoli a venire. Da lì, capirete la sua vita svoltò. Tornò sì alla portineria ma ora le anime quando arrivano lo salutavano deferenti, se lo additavano l’una all’altra: “guarda, vedi, quello è la spalla di Ercole, il famoso Cerbero” -“Lo facevo con più teste..” – “Me lo fa un autografo sul sudario?” e via così. Poi un giorno arrivò pure Dante: “buon giorno Cerbero, le piacerebbe comparire in un libercolo che sto scrivendo? Avrei una parte che le calza a pennello”. Ci pensò un po’, che come detto non è era proprio una volpe, ma alla fine Prosperina che, diciamolo, si era un po’ rotta di stare a sentire le sue vanterie, lo convinse e il resto lo conoscete.

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