
Che ne dite se ora parliamo di una star che ci ha fatto ridere tutti? Ve lo ricordate Scooby Doo? Certo che lo ricordate, che lo chiedo a fare? Come si fa dimenticare 90 kg di fifa e succhi gastrici rumorosi? Non si può, infatti. Scooby, siamo in confidenza, posso chiamarlo così, da 50 anni non fa che scappare e mangiare, talvolta mangia scappando, dimostrando, tra l’altro, che la costanza, l’applicazione e l’allenamento possono far raggiungere qualunque obiettivo. 50 anni, capirete sono un traguardo rimarchevole, soprattutto per un grosso me, il che, a sentir lui, dimostra pure che a fare quello che sai fare meglio si campa più a lungo (poi se nel frattempo ti fai anche gli affari tuoi, come recita il noto adagio, puoi aspirare ad eguagliare Matusalemme, ma questa è un’altra storia). Ma il caro Scooby non ha avuto successo per questo, cioè non è che piace tanto a voi umani solo perché scappa e mangia con un’abilità ineguagliata da mezzo secolo, no, c’è dell’altro. Scooby si aggira per i misteri più paurosi con la disinvoltura di un elefante caduto nella vasca dello stira&ammira che assomiglia tanto alla paralisi dell’intero sistema nervoso che piglia voi umani quando vi affacciate all’ignoto, fosse pure un ignoto nuovo taglio di capelli, e se alla fine uno come lui se la cava, allora c’è speranza per tutti. Di più, questo me ipertrofico, farcito di panini e inettitudine, con la coordinazione motoria di un pavone crestato in volo, spaventato praticamente da ogni cosa, è anche inaspettatamente l’intelligentone del gruppo, lui, mica quella occhialuta e tappetta. È il nostro eroe a proporre ogni volta l’unica cosa giusta da fare: scappiamo! Non apriamo quella porta! Non scendiamo in cantina! Lasciamo in pace le armature…cose così, tutti ottimi consigli che restano purtroppo puntualmente inascoltati, ma che dimostrano tutto il rispetto che i me hanno per la legge di autoconservazione della specie. Tutto ciò ha fatto di questo vitello ad honorem un maestro di vita, un’icona, di più, una guida spirituale. E perché non abbiate dubbi vi ricordo uno dei suoi insegnamenti: alla fine i veri mostri sono sempre le persone.