Ho due umani, no, anzi ne ho tre, per essere precisi, uno è un tizio un po’ nomade che si fa parecchio gli affari suoi, gli altri due sono meno indipendenti, anche emotivamente secondo me, mi stanno sempre intorno. Ma ci sto lavorando. Comunque tutti e tre sono un po’ strani in questi giorni, intendo strani anche per essere umani.
Fermate il mondo, voglio scendere. Lo dice la mia umana ogni tanto. Non ho ben capito se vuole scendere giù, in cortile. Ma tanto lei ha quella bella stanza tutta lucida, con quella specie di sedie bianche per “scendere”, quindi dove deve andare?
Poi quando lo dice, ride e prende la mia testa tra le mani e mi fa le smorfie. Arriccia il naso e lo strofina contro il mio. Che poi non è che mi piaccia tanto. Ha un sacco di odori forti la mia umana, profumi li chiama, soprattutto quando esce da quella stanza tutta lucida. Mi viene da starnutire. Ma mi piacciono le sue mani. Sanno di latte, mi pare o di qualcosa che è solo un ricordo. E poi certo sanno di cibo, che mi piace, anche quello. Raccoglie le briciole dei biscotti con le dita, una a una, quando ha finito di fare colazione e sopra le sue mani rimane l’odore grasso del burro, della crema. Le sue mani sono un bel posto dove mettere il muso. E poi così lei mi parla. Anche adesso: siamo in bel guaio. A me non pare. Mi guardo intorno. Mi sembra tutto come sempre. C’è solo un po’ meno rumore. Non capisco bene. A scusate la mia umana si chiama Luce. Non è la mia mamma, lei ogni tanto lo dice, ma non è così. Come ho già detto so ascoltare, sono un bravo cane che sa ascoltare e quindi so con assoluta certezza, per via di una serie di indizi che non è la mia mamma, siamo amici, molto amici. Anzi amici e basta.
Anche l’altro mio umano ha un odore. È differente da tutti gli altri. Il suo odore è collegato direttamente con qualcosa che ho dentro, forse un altro naso, non so con precisione, sull’anatomia canina ho ancora parecchio da imparare. Il suo odore mi fa venire voglia di ridere, mi sale la voglia da dentro, come un solletico allo stomaco. Il suo odore è diverso da quello di Luce. Più discreto, va bene per il mio naso. È odore come quello che hanno i boschi, l’odore dell’aria fresca al mattino, mischiato a quello che hanno quei cosi pieni di parole che chiamano libri. Le sue mani sanno di tutte quelle parole che stanno nei libri. E di vento. Mi ha detto che sono il suo migliore amico. Lo sapevo già ad essere sinceri, sono un bravo cane e certe cose le so. Il mio umano si chiama Pietro
E sì, anche il terzo umano ha un odore. Noi cani sugli odori potremmo scrivere dei trattati. Ad esempio quando io vado a fare la passeggiatina sotto casa potrei dirvi esattamente chi è passato di lì, quanto si è fermato, con chi ha parlato, se era di buon umore se aveva fretta. Gli odori dicono tutto a un buon naso come il mio. Ma non divaghiamo. Il terzo umano, anche lui profuma, non come l’umana femmina, un profumo più penetrante, preciso, ma anche, non so, come dite voi, commovente. Una volta ricordo che sono passato di fronte a una casa enorme con un portone grande di legno con tante figure intagliate e da dentro veniva un canto basso cadenzato e quell’odore, dolce, denso. Non so cosa sia, non lo avevo mai sentito prima e non l’ho sentito su altri. Il mio terzo umano è un tipo particolare. Si chiama Arturo. E in questi giorni mi pare meno strano degli altri due, certo è un po’ che non si fa vedere, ma come vi dicevo è un tipo più indipendente quindi credo non ci sia da preoccuparsi.
Sono i miei umani e io ci tengo, bado a loro, li tengo allegri se serve. Mi sdraio vicino sul divano, se li vedo un po’ giù, appoggio il mio muso sulle loro gambe e loro sorridono grattandomi la testa. Umani, in fondo ci vuole così poco.